Le origini storiche
Storia ▼
Le Origini storiche del Consorzio Canale de Ferrari
Le origine storiche del Consorzio risalgono alla figura di Emanuele de Ferrari, firmatario di una convenzione nel 1853 con il Ministro delle Finanze del Re Vittorio Emanuele II, in base alla quale acquisì il diritto di “derivare dal fiume Tanaro un corpo d’acqua dà aumentarsi successivamente sino alla concorrente di dieci metri cubi al minuto secondo per condurlo e valersene come meglio e con il solo onere di pagare alla Finanze l’annuo canone di lire 730 per ogni metro cubo”.
Il vero motivo che spinse l’intraprendente Ing. Emanuele de Ferrari ad iniziare questa avventura fu la volontà di “raddrizzare” il corso del Tanaro che in quell’epoca faceva un’ampia curva proprio sotto Felizzano ritornando poi nell’alveo originario. Le informazioni che giungono fino a noi attraverso i documenti ed i racconti che di padre in figlio ancora circolano per le campagne alessandrine motivano questa volontà con una chiara ragione pratica: dovendo costruire la ferrovia, eliminare la curva del fiume avrebbe significato costruire un solo ponte anziché due.
L’Ing. de Ferrari accettò di subentrare nelle ragioni dei proprietari dei Mulini di Felizzano, risolvendo le controversie in essere con le Ferrovie per i diritti spettanti sulla chiusa del fiume Tanaro.
Egli si assunse l’incarico “ di buonificare l’alveo abbandonato del Tanaro sotto Felizzano, appartenente alle Regie Finanze introducendo in esso con l’apposito canale le torbide del fiume…
il canale di derivazione si rivolgerà direttamente al ponte che esiste sotto la Ferrovia, all’isola del Boschetto e, sottopassato il medesimo, piegherà a sinistra per immettersi direttamente nell’alveo abbandonato. Con apposite saracinesche all’incile sarà regolata l’introduzione della acque nel canale, e colle saracinesche che esistono al ponte che già trovasi costrutto nel cosi detto Tanaro morto, ne sarà regolato l’efflusso.
Il vero motivo che spinse l’intraprendente Ing. Emanuele de Ferrari ad iniziare questa avventura fu la volontà di “raddrizzare” il corso del Tanaro che in quell’epoca faceva un’ampia curva proprio sotto Felizzano ritornando poi nell’alveo originario. Le informazioni che giungono fino a noi attraverso i documenti ed i racconti che di padre in figlio ancora circolano per le campagne alessandrine motivano questa volontà con una chiara ragione pratica: dovendo costruire la ferrovia, eliminare la curva del fiume avrebbe significato costruire un solo ponte anziché due.
L’Ing. de Ferrari accettò di subentrare nelle ragioni dei proprietari dei Mulini di Felizzano, risolvendo le controversie in essere con le Ferrovie per i diritti spettanti sulla chiusa del fiume Tanaro.
Egli si assunse l’incarico “ di buonificare l’alveo abbandonato del Tanaro sotto Felizzano, appartenente alle Regie Finanze introducendo in esso con l’apposito canale le torbide del fiume…
il canale di derivazione si rivolgerà direttamente al ponte che esiste sotto la Ferrovia, all’isola del Boschetto e, sottopassato il medesimo, piegherà a sinistra per immettersi direttamente nell’alveo abbandonato. Con apposite saracinesche all’incile sarà regolata l’introduzione della acque nel canale, e colle saracinesche che esistono al ponte che già trovasi costrutto nel cosi detto Tanaro morto, ne sarà regolato l’efflusso.